Societa’ e costumi in evoluzione

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L’uomo “maturo” (ovviamente cio’ vale anche per le donne), per Freud, e’ colui che si sposa,che mette su famiglia,che si crea una posizione sociale decorosa, che lavora, che produce, che e’ depositario dei valori sui quali si basa la vita sociale, che trasmette tali valori per via educativa alle nuove generazioni, che, convogliando la propria vita sessuale nella stabilita’ del matrimonio, riesce a destinare le proprie energie verso scopi socialmente costruttivi, evitando la dispersione e lo spreco delle energie che una vita dissoluta potrebbe determinare. Questo modello di maturità, di tipo prevalentemente “conservativo” (esplicitamente “conservatore”), si inquadra perfettamente nell’ambito degli ideali della societa’ vittoriana. L’errore di Freud, fu quello di volerlo tendenzialmente universalizzare, rendendolo congruente con ogni tipo di societa’ possibile. Fu il contributo dell’antropologia culturale degli anni 30′(soprattutto con Margaret Mead e Bronislaw Malinowski) a dimostrare la relativita’ dell’ipotesi di Freud. Questi studi dimostrarono che il concetto di maturita’ proposto da Freud era tutt’altro che universale, perche’ completamente diverso dai modelli vigenti in altre parti del mondo. Oggi, tale concetto appare molto più “elastico” di quanto non fosse in passato. Un noto saggio di Carotenuto su “La sindrome di Peter Pan” e’ in proposito assai esemplare. La sua tesi, anche se formulata negli anni 90, appare oggi di notevole attualità, specialmente se rapportata al clima di “precarietà” che caratterizza il mondo odierno. L’elaborazione di modelli “statici” di maturità è ormai al tramonto, e questa è una opinione che io mi sento di condividere pienamente. La societa’ e i costumi sociali oggi sono in continua evoluzione, specialmente nell’attuale clima di “globalizzazione” e di promiscuita’ culturale multietnica.

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