Oggi, scorrendo gli album delle vecchie fotografie di famiglia, mi sono imbattuta in una stupenda foto di mia madre da giovane, che mi ha letteralmente incantata. Non sono poche le persone, – parenti, amici, conoscenti – , che ravvisano una notevole somiglianza fra noi due ; e più passa il tempo, più tale somiglianza si accentua. Non voglio essere troppo “parziale”, ma non posso fare a meno di dire che mia madre è una donna straordinaria. Tuttavia, al di là della somiglianza fisica, io voglio sottolineare soprattutto la profonda affinità spirituale che ci lega.
Mia madre è stata sempre una donna molto riservata, di poche parole, ma equilibrata ed in grado di formulare ed esprimere cose sagge e giuste al momento giusto, con grande spirito di obbiettività, intelligenza ed apertura mentale. La qualità più bella che essa mi ha trasmesso è il senso dell’autonomia, della fiducia in me stessa e dell’apertura verso gli altri. Se Freud e, dopo di lui, tutta la scienza psicologica hanno ragione ad insegnarci che ogni visione positiva e costruttiva della vita inizia con un rapporto affettivamente “buono” con la figura materna, io devo dire che la relazione con mia madre è sempre stata per me una preziosa fonte di energia positiva, che mi ha insegnato ad affrontare la vita con entusiasmo, meraviglia, curiosità e appassionata partecipazione. “Studia sempre la Vita! Non soltanto dai libri, ma dal più diretto contatto con essa ; e non aver mai paura di affrontarla! Anche se un giorno tu fossi sbalestrata lontano, disorientata e tormentata da mille preoccupazioni, non dimenticare mai chi sei ; non dimenticare mai la tua vecchia casa, le tue radici e quel mondo dove hai fatto i primi passi al fianco di tua madre!”.
Queste sono le parole, scolpite profondamente nel mio cuore, che mia madre mi donò quando io mi sposai : e furono, e sono ancora, il più bel regalo di nozze che io abbia mai ricevuto. Parole che io custodisco gelosamente nello scrigno della mia anima, come gioielli che ancora adornano e proteggono il cammino della mia esistenza. Anche nel rapporto con le mie figlie la saggezza di mia madre mi ha spesso “illuminata”, inducendomi a riflettere e ad evitare “errori” che, sia pure involontariamente, potevano introdurre qualche ombra nella mia funzione educativa di mamma. Oggi, ad esempio, mia madre mi ha proposto di uscire insieme a lei : è stato un evento per me veramente entusiasmante, non soltanto perchè era da tanto tempo che non capitava questa occasione, ma soprattutto perchè abitualmente mia madre si muove poco e conduce una vita piuttosto appartata.Abbiamo passeggiato a lungo, tenendoci sottobraccio gioiosamente, come due vecchie amiche che si ritrovano dopo una lunga separazione e si scambiano confidenze con intensa complicità.
Ad un certo punto, il nostro discorso si è concentrato su mia figlia Eugenia, che quest’anno frequenta il primo anno del Liceo Classico e sta incontrando qualche difficoltà in Greco, pur andando bene in tutte le altre materie. Questo “neo” scolastico, non posso negarlo, ha creato in me una certa contrarietà, che spesso non sono riuscita a trattenere, al punto da determinare in mia figlia una drammatica sensazione di sconfitta e, contemporaneamente, un notevole senso di colpa dentro di me.
Mentre esprimevo tutto il mio disagio dinanzi a questa situazione, mia madre si è fermata improvvisamente e mi ha fatto una carezza, prendendomi poi per mano con una tenerezza veramente struggente, e dicendomi : “Luisa, non pretendere mai l’impossibile dalle tue figlie ; lasciale vivere, lascia che siano loro stesse a raggiungere gli obbiettivi che desiderano, in base alle loro personali capacità. Aiutale sempre,con tutte le tue forze, ma non commettere mai l’errore di proiettare su di loro i tuoi sogni!”. Quando sono rientrata a casa, ho sentito che attraverso queste sue parole c’era in me una sicurezza nuova, una chiarezza lampante, una capacità di comprensione amorevole che prima, forse, mi si era un po’ appannata. Mi è venuto di pensare che la vera grandezza di un rapporto sta nell’amare senza nulla chiedere, nel dare senza nulla pretendere, nell’ascoltare senza pregiudizi. Ancora una volta mia mamma mi aveva inondata con la luce della sua semplice e solare saggezza.
Ed ecco mio padre! Poco tempo fa ho scritto su mia madre. Non posso non riflettere, ora, sul preziosissimo rapporto che ho sempre avuto con lui.
Tutte le volte che penso a mio padre, scopro sempre più numerose le profonde affinità di carattere che ci accomunano. Egli, a differenza di mia madre, ha una personalità irrequieta, emotivamente assai vivace e dinamica, spesso estrosa, creativa e molto passionale. A volte mi è accaduto di percepirlo come un bambino capriccioso, quando si pone in cerca delle attenzioni altrui, con richieste perentorie che devono essere esaudite tutte e subito ; ma in generale è un uomo generoso, disponibile e sensibile, che, dietro un’apparenza esuberante, nasconde un fondo di timidezza e quasi di pudore. Spesso l’ho visto disorientato dinanzi alle brutalità e volgarità della nostra epoca. Senza essere “bigotto”, egli è stato sempre un fervente ed istintivo sostenitore di valori che abbelliscono l’umana natura, quali l’onestà, il senso della giustizia, l’altruismo, la solidarietà, la correttezza nelle relazioni interpersonali (io non ho mai sentito da lui una sola parola velenosa contro chiunque), l’amorevolezza e la premura nei confronti della famiglia. Tutti questi ideali, più che “declamarli” a parole, egli li ha messi sempre in pratica nella sua vita di irriducibile e serio lavoratore, che ancora oggi, malgrado l’età avanzata, continua instancabilmente a praticare, senza risparmiarsi, dall’alba al tramonto. Certamente noi figli, forse, abbiamo talvolta deluso le sue aspettative, seguendo ciascuno strade ed interessi divergenti da quelli che egli avrebbe voluto. Egli, ad esempio, avrebbe desiderato che tutti noi conservassimo il “culto” per una casa di campagna, in località Saladino, assai grande e bella, circondata da molta terra di proprietà, dove egli era cresciuto fin da bambino : una vera “casa del nespolo”, per dirla in modo verghiano, che egli considerava quasi magica, simbolo di unione e di profonda continuità fra le generazioni. Nella mia mente ed in quella di mia sorella e dei miei fratelli, quella casa è rimasta oggi come un prezioso scrigno di ricordi, un luogo del cuore dove abbiamo trascorso molte estati della nostra infanzia. Poi, però, ciascuno di noi, crescendo e spiccando il volo verso il proprio destino, l’ha frequentata sempre meno, fino a che mio padre, sconsolato, decise anni fa di vendere tutto.
Nella sua innata generosità, tuttavia, distribuì equamente il ricavato fra noi figli, perchè ciascuno reinvestisse la propria parte in base alle personali esigenze e desideri. Un gesto che mi è rimasto scolpito nel cuore come la testimonianza più commovente di quanto egli abbia sempre dedicato, e dedichi ancora la propria vita alla famiglia, con immenso amore e totale dedizione. Quando mi sono sposata ed ero in procinto di iniziare il mio lungo viaggio di nozze in Indonesia, ricordo ancora le sue lacrime di commozione in aeroporto, e le sue timide parole, pronunciate in un soffio, quasi sussurrando : ” Luisa, non dimenticarti mai di tuo padre!” In quel momento avrei voluto tornare indietro per abbracciarlo e per ringraziarlo di esistere.
Il mio matrimonio è ora allietato dalla presenza di due figlie ormai ragazzine. A loro non trascuro mai di parlare dello splendido nonno che hanno la fortuna di avere ; ed esse lo amano gioiosamente, come lo amo e lo amerò io, da sempre e per sempre.