Talvolta ci accade, come in un lampo improvviso, di accorgerci quanto la nostra abituale postura fisica sia contratta, ipertesa, rigida, quasi attorcigliata su se stessa. Percepiamo intere fasce muscolari sotto trazione, come se fossimo in continuo stato d’allarme, quasi pronti a difenderci da un “misterioso” pericolo.
Se ci rendiamo conto di questa sensazione che prima era latente, e proviamo a rilassare lentamente le nostre masse muscolari, immaginando, ad esempio, che, in posizione supina, il nostro corpo si “espanda” sulla superficie di appoggio come una “macchia d’olio” (come insegnano i maestri del “training autogeno), ecco che, subitamente, una ondata inaspettata di benessere e di rilassante distensione si impadronisce di noi.
Usciamo da questo “esercizio” più sereni, armoniosi, e ci accorgiamo che il nostro contatto col mondo che ci circonda è leggermente cambiato. Percepiamo come un “ritmo” diverso nel rapportarci alle cose ed agli altri, meno spigoloso, meno frettoloso, più disponibile alla curiosità che alla diffidenza. In sostanza, è come se ci fossimo liberati anche per poco tempo da una “armatura” che imprigionava la nostra personalità, riducendo il campo visivo della nostra coscienza.
Adesso proviamo ad estendere queste benefiche sensazioni dal piano fisico a quello più prettamente “psichico”. Anche su questo terreno, quando siamo coinvolti nel rutilante e caotico mondo dei messaggi, delle sollecitazioni, delle insidie subliminali o delle vere e proprie aggressioni con le quali la realtà esterna ci tormenta senza tregua fin da quando apriamo gli occhi alla vita : ebbene, anche qui la nostra anima può talvolta fermarsi, interrompere il flusso dei frastuoni esterni, delle parole insidiose dei banditori del nulla, delle pirotecnie dei falsi profeti, per fare repentinamente “silenzio” e, a sua volta, come fa il corpo, “rilassarsi” anche essa in una benefica riappropriazione di sé. Quando ci lasciamo andare a questa “fame di silenzio”, i nostri occhi interiori ci svelano improvvisamente tutta la trama delle nostre dipendenze dal mondo dei “si dice” e dei “si fa”, che ci circonda come una enorme tela di ragno, all’apparenza accogliente, rassicurante, ma nella realtà distruttiva per la nostra libertà e per la nostra dignità di persone uniche ed irripetibili.
Questo risveglio improvviso di coscienza possiede lo stesso effetto di quando lasciamo che le nostre fasce muscolari si rilassino : ci accorgiamo di quanto la nostra anima sia sottilmente imprigionata nell’armatura del conformismo più crudele, di quanto sia portata a “scambiare” per libertà di pensare, di agire, e persino di “sentire”, ciò che, invece, è espressione di un “progetto” sottile di condizionamento mentale ed educativo, magari di vecchia data, e, spesso, persino, inculcato in buona fede da educatori a loro volta inconsapevoli. A questo punto, il “bagno di silenzio” si svela come un evento autenticamente rigeneratore. Ne possiamo uscire diversi, meno diffidenti, meno dipendenti, più liberi di esprimerci, di proporre, di sognare, di amare, più convinti che il nostro posto nell’Universo è veramente “unico e irripetibile”, e, soprattutto, degno del massimo rispetto.
Come il nostro corpo respira libero se ne rilasso tutte le tensioni, così anche la nostra anima si aprirà ancora di più alla vita se riuscirò a fare talvolta silenzio attorno a me, allontanandomi dal frastuono ingannevole dei falsi richiami per lasciarmi andare al canto dei luoghi più sacri della mia interiorità.