Talvolta la nostra mente è attraversata inaspettatamente da pensieri illeciti e persino vergognosi, che ci lasciano turbati, sconvolgendo il nostro perbenismo o la nostra quiete. Si può trattare di pensieri o fantasie di tipo erotico, oppure di fantasie “omicide”, oppure di pensieri dove immaginiamo “gesti” assolutamente inaccettabili in ambito sociale, e via dicendo.
L’irruzione di questi “ospiti inquietanti” ci mette indubbiamente in crisi, anche perchè, quasi sempre, si tratta di pensieri o fantasie che sono nettamente opposti al nostro abituale modo di essere. Pensiamo ad un S. Francesco che predica pacificamente ed umilmente agli uccellini, mentre si insinua dentro di lui il terribile pensiero di poterseli mangiare allo spiedo….!
Si tratterebbe sicuramente di un pensiero sacrilego da punirsi con il più doloroso dei cilici! Certamente questi pensieri ci pongono dinanzi ad un lato insospettabilmente “perverso” della nostra personalità, che ci sconcerta e ci disorienta. E’ come se dallo stato di “uomini civilizzati”, improvvisamente tornassimo ad essere “bestioni tutto stupore e ferocia”, come diceva Giovan Battista Vico, descrivendo lo “stato di natura” degli albori della storia dell’Umanità.
Tali fantasie ci sconvolgono al punto da farci sospettare addiritura l’inizio in noi di uno stato di “follia” o di “malattia mentale”. Tutto può essere, ovviamente. Ma da Freud in poi questi “fenomeni” hanno trovato una loro possibile spiegazione, persino “logica”.
Se, seguendo Freud, partiamo dal presupposto che la nostra personalità non è soltanto costituita da un “Io cosciente”, dotato di poteri logici, cioè di “razionalità”, ma esiste in noi anche un lato “inconscio”, dove si raccolgono tutte le pulsioni, cioè le “spinte” che affondano le proprie radici nel mondo primordiale degli istinti, tipici del regno animale, di cui anche noi facciamo parte ; ebbene,possiamo dire che tali fantasie, nella loro sconcertante spregiudicatezza, spesso provengono proprio da questa “dimensione originaria” della nostra personalità. Una dimensione il cui linguaggio segue il cosidetto “principio di piacere”, svincolato totalmente da ogni regola sociale e dominato dalla legge del “tutto e subito”, a differenza di quanto accade al livello dell’Io, il cui linguaggio, invece, è modellato sul “principio di realtà” e sul rispetto delle regole sociali, di cui è custode quella parte della nostra coscienza morale che Freud denominò “Super- Io” e che è il prodotto dell’educazione sociale che abbiamo ricevuto fin dall’infanzia.
Queste due dimensioni della nostra personalità sono sempre in “tensione dinamica” fra loro e sono esposte ad una sorta di “gioco” continuo di scambi e di compensazioni, in base ai quali quando l’una tende a “prevaricare” sull’altra o viceversa, subito si rende attivo un processo di riequilibrio, dove il sovrappiù di energia che una parte sta esercitando sull’altra viene come “metabolizzato”, come accade tramite la valvola di sfogo di una pentola a pressione, oppure tramite un termostato che scatta per far tornare a valori normali la colonna d’acqua che stava surriscaldandosi in eccesso rispetto ai valori termici prestabiliti.
In tal senso, i pensieri scomodi di cui si parlava prima, sono, appunto, come tante “scorie” provenienti dalla dimensione istintuale della nostra personalità, che si “scaricano” nella fantasia, cioè in modo del tutto innocuo, ed hanno la funzione di ristabilire o ripristinare l’equilibrio dinamico fra l’Io, il Super-Io e l’Inconscio. Quando una di queste tre “dimensioni” “dilaga” troppo, “allagando” l’intera personalità, rendendo difficoltoso o impedendo la riarmonizzazione degli equilibri, si determina uno stato di “nevrosi”, o, in casi ben più gravi, di “psicosi”, che, comunque costituiscono un altro capitolo di studio, riguardante la “patologia” della personalità.
In sintesi, per quello che riguarda le “fantasie” di cui abbiamo parlato, è giusto non rimanerne “terrorizzati” o imbarazzati, perchè esse sono, paradossalmente, un sintomo di “buon funzionamento” delle nostre capacità di mantenere in equilibrio dinamico la nostra personalità. Dobbiamo sempre tenere ben saldo il principio che fra la fantasia e la realtà vi è e vi sarà sempre una differenza abissale.