Chissà quante volte, nella nostra infanzia, e, poi, nell’adolescenza, abbiamo sognato di essere intrepidi cavalieri che salvavano bellissime principesse dalle grinfie di orchi cattivi, oppure di essere principesse indifese, che principi splendenti sottraevano alle insidie di orchi terribili!
Poi, nell’età più adulta, talvolta accade che le nostre favole cambino fatalmente e tristemente : i cavalieri perdono il cavallo e si azzoppano, le principesse diventano sempre più deboli e indifese, mentre le forze del Male giganteggiano incontrastate e vincono, sottomettendo tutto e tutti al loro ferreo potere.
In quei terrificanti momenti ci sentiamo inermi, perduti, mutilati e incapaci di difendere la parte più preziosa, più intima e delicata di noi stessi. Eppure, quando tutto sembra perduto, e pensiamo ormai di essere come su di un guscio di noce in preda ai flutti della disperazione che rischiano di farci naufragare nelle putride acque delle nostre paure, ecco che proprio in quel momento prendiamo coscienza di esistere e di poter resistere, e questo guizzo di forza ci fa come rinascere con un nuovo, inaspettato vigore e ci permette di sconfiggere l’insidia della perdizione, ricongiungendoci con la nostra anima.
Non so se il grandissimo, magico Andersen volesse narrare proprio questo tipo di odissea interiore con la sua favola del “Soldatino di stagno”. Sicuramente, però, la bellissima musica del grande compositore russo Shostakovich, con la sua vigorosa cadenza epica e la sapiente rielaborazione della favola realizzata dalla Disney nella riedizione del famoso film “Fantasia”, in occasione dell’inizio del terzo millennio, spingono molto verso questa “lettura” simbolica, che, comunque, mi piace immaginare e proporre in questa sede, assieme all’intenso piacere estetico che il video suscita in noi.