Spesso, il nostro “mondo della fretta”, dove la possibilità e la capacità di “ascoltarsi” ed “ascoltare” divengono doti sempre più rare, è portato a negare, quando non addirittura a ridicolizzare, l’esistenza di una vitalità vibrante di passione e di una intensa capacità di amare nelle persone anziane.
Ai “nonni” si attribuisce una inesorabile “pace dei sensi”, oppure si interpreta il persistere in loro di un bisogno di dare e ricevere amore come espressione di un “vizio” un po’perverso, degno di qualche malizioso “sospetto”, o, comunque, decisamente “patetico”.
Certamente nella cultura del body building, o dell’uomo aitante “che non ha bisogno di chiedere”, l’anziano trova assai difficilmente una collocazione adeguata. E quando magari la cerca inseguendo erroneamente un sogno di “eterna giovinezza”, obbligando il proprio fisico ad ignorare i limiti imposti dall’età, cade immancabilmente nel grottesco e nel ridicolo.
In tal senso, l’anziano è visto generalmente come una persona “asessuata”, tutt’al più adatta a gestire e sorvegliare dei nipotini, quando ci sono. Se, come può accadere talvolta nel mondo dei fatti di cronaca, qualche anziano si lascia travolgere da uno slancio passionale di gelosia, giungendo ad azioni estreme, allora si dice che ha agito in preda ad un attacco di demenza precoce che gli ha tolto l’uso della ragione.
Asessualità, demenza precoce, oppure, al polo opposto, perversione viziosa da vecchio sporcaccione sembrano essere talvolta le categorie più ricorrenti che la nostra cultura usa per inquadrare la “vita amorosa” dell’anziano.
Eppure, a mio giudizio, la vita interiore della persona anziana è assai più ricca e profondamente vivace di quanto la nostra cultura non permetta.
Ne ho avuto uno splendido esempio nella figura del mio indimenticabile nonno paterno. Nel 1976 egli era rimasto vedovo all’età di 73 anni. Mia nonna era morta a seguito di una malattia che l’aveva tormentata per molto tempo, e mio nonno si era preso sempre amorevolmente cura di lei.
Rimasto solo, dopo un lungo periodo di lutto, egli cominciò ad esprimere insistentemente il desiderio di risposarsi. Tutti in famiglia lo biasimarono e spesso persino lo derisero, cercando di convincerlo che ormai era “vecchio” e nessuna donna avrebbe mai desiderato mettersi con lui. So che egli combattè con tutte le sue forze contro questo “divieto”, accusando i familiari, da persona intelligente quale egli era, di essere ottusamente condizionati da antiquati pregiudizi, degni della ottocentesca società borbonica.
Ma alla fine dovette “capitolare”, rimanendo solo per tutti gli altri 20 anni che gli rimasero da vivere : una vita che io ricordo indelebilmente piena di passione, di romanticismo, di giovanile fervore, di desiderio di amare, che continuò prepotentemente a trasparire, con lucidità sorprendente, nel suo modo entusiasta, giocoso e ricco di sorprendenti trovate col quale egli si rapportò sempre con noi nipoti. Quando ancora oggi penso a mio nonno Vito, nonno favoloso, che ha abbellito la mia infanzia con la luce smagliante della sua presenza, sono convinta che gli anziani, al di là di ogni barriera cronologica, conservino sempre dentro se stessi una pulsante ed imperiosa “voglia d’amare” che non si estinguerà mai, qualunque sia la loro età.
A tutti loro, con intensa commozione, voglio dedicare il video di una stupenda canzone del grande cantautore Leonard Cohen, “Dance me to the end of Love” (Conducimi danzando fin dove finisce l’amore) : un vero “cantico nuziale”, scandito da versi d’intensa, vibrante passione.
Conducimi danzando alla tua bellezza con un violino infuocato.
Conducimi danzando oltre la paura, finchè non sarò al sicuro.
Sollevami come un ramoscelo d’ulivo e sii la colomba che mi riporta a casa.
Conducimi danzando fin dove finisce l’amore.
Conducimi danzando fin dove finisce l’amore : oh! lascia ch’io veda la tua bellezza
quando i testimoni se ne saranno andati.
Lascia ch’io senta che ti muovi come fanno a Babilonia.
Fammi vedere lentamente quel che oso appena immaginare.
Conducimi danzando fin dove finisce l’amore.
Conducimi danzando fin dove finisce l’amore.
Conducimi danzando, ora, alle nozze : conducimi danzando ora e ancora dopo.
Conducimi danzando molto dolcemente e conducimi danzando molto a lungo.
Siamo entrambi al di sotto del nostro amore, ed entrambi al di sopra.
Conducimi danzando fin dove finisce l’amore.
Conducimi danzando fin dove finisce l’amore.
Conducimi danzando ai figli che chiedono di nascere.
Conducimi danzando oltre il drappo che i nostri baci hanno consunto.
Ora inalza una tenda che ci protegga, anche se ogni filo è strappato.
Conducimi danzando fin dove finisce l’amore.
Conducimi danzando oltre la paura, finchè non sarò al sicuro.
Toccami con le mani nude, oppure toccami con i guanti.
Conducimi danzando fin dove finisce l’amore.
Conducimi danzando fin dove finisce l’amore.
Conducimi danzando fin dove finisce l’amore.