I “Buoni” e i “Cattivi”

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Le continue notizie sulla dilagante corruzione che affligge il nostro povero Paese, a tutti i livelli, ma specialmente in campo politico, mi hanno fatto ritornare spesso in mente i pittoreschi racconti a cui mio padre si lasciava talvolta andare quando ero ragazzina.

Erano rievocazioni di vecchi film western, prevalentemente in bianco e nero, che un tempo, quando egli stesso era ancora un ragazzo, erano stati la sua ardente passione. Film pieni di indimenticabili eroi, come, ad esempio, Tom Mix (Thomas Edwin), nei quali i Buoni e i Cattivi erano ben distinti ed altrettanto ben riconoscibili gli uni dagli altri. I Buoni, sempre ordinati nei loro abiti prevalentemente chiari e ben stirati, sempre ben pettinati, dai volti accuratamente rasati, luminosi, con un sorriso che lasciava intravedere denti ben curati ; i Cattivi sempre ispidi, dalle barbe incolte, vestiti di scuro, sporchi e impolverati, con sorrisi cinici stampati su volti poco raccomandabili, e denti scuri, invariabilmente cariati.

Lo spettatore sapeva bene da quale parte schierarsi. Il Bene finiva sempre col trionfare sul Male ; i Buoni combattevano eroicamente e lealmente contro i Cattivi e, anche se correvano seri ed emozionanti rischi, finivano col vincere sugli avversari, in epici scontri finali, nei quali, quasi miracolosamente, rimanevano sempre ben pettinati, anche se si erano accapigliati a morte con in malvagi.

Io ascoltavo assai incuriosita queste infuocate narrazioni, ma quasi non credevo ad una “dialettica” così chiara e rassicurante. Tuttavia, la possibilità, in epoca più adulta, di scaricare dal pc qualcuno di questi film del passato, mi ha confermato la veridicità dei racconti di mio padre, e devo dire che anche io ho finito spesso con l’entusiasmarmi nel seguire alcune di queste vecchie, ingenue, ma, tutto sommato, confortanti pellicole.

Non posso negare di aver provato più volte un moto di struggente nostalgia per quel mondo cinematografico dalle demarcazioni morali ben nette, quasi cartesiane, a fronte degli scenari ambigui, ipocriti, cinici ed immorali, o a-morali, della nostra realtà di oggi, dove i “buoni” e i “cattivi”, soprattutto nella vita pubblica, si confondono e si fondono in un unico magma inestricabile e maleodorante.

Spesso mi vien fatto di pensare, comunque, che forse anche ai tempi di Tom Mix il mondo non era poi così “puro” come quei film volevano testimoniare. In fondo, la realtà storica dei nostri nonni e dei nostri padri è stata pur sempre caratterizzata da ideologie violente e disumane, da giochi di potere e da ingiustizie e discriminazioni razziali senza limiti, fino al genocidio, ed è stata, infine, crudelmente tormentata da due guerre mondiali, delle quali soprattutto la seconda è stata “totale”, senza quartiere, costellata da inenarrabili e bestiali carneficine, costate più di cinquanta milioni di morti.

Eppure, in quel tragico e apocalittico panorama di nuova barbarie, dove i diritti umani venivano calpestati senza alcuna pietà, in certi casi con scientifico cinismo, dove dovesse stare il Bene e dove il Male fu chiaro a molti, a tantissimi, soprattutto giovani, con limpida ed eroica fermezza. Una foltissima schiera di eroi “senza macchia e senza paura”, che scesero in campo ed accettarono con entusiasmo intrepido di mettere a repentaglio la propria vita, fino a sacrificarla anche sotto le torture più terribili, per far trionfare la Libertà, la Fratellanza e la Giustizia contro la logica del potere spietato e violentissimo del Nazifascismo. E non si trattò più di una “fiction” edificante, ma di una realtà autenticamente sofferta, vissuta ed affrontata con il coraggio, il vigore e la fede nei più grandi ideali della Vita, quelli che la rendono l’Esistenza degna d’essere vissuta!

Furono, certo, generazioni che dovettero muoversi nella logica inesorabile della guerra, ma in quel terrificante contesto non si smarrì mai la nitida certezza di chi fossero i Buoni e chi i Cattivi. Ma oggi?

Mentre io scrivo queste riflessioni, non posso dimenticare che oggi è il 25 Aprile, la Festa della Liberazione. Non posso dimenticare che si tratta di una data che avviò un nuovo corso alla nostra storia nazionale, come, poi, alla storia del Mondo intero. E non posso non ricordare che da questo grande momento storico è scaturita la nostra Costituzione.

Una Carta che è nata proprio da una profonda, seria, sofferta, ma gloriosa valutazione su quale debba essere il Bene per la vita associata di noi tutti, e quale il Male da cui tenersi attentamente lontani.
Una Carta che è nata non dagli astratti arabeschi di parolai Azzeccagarbugli, ma ad opera di indimenticabili eroi, spesso umili e oscuri, ma giovanilmente e coraggiosamente consapevoli della “causa giusta” da abbracciare, nettamente demarcata dalla “causa ingiusta”. Seppure vi furono milioni di “uomini ingiusti”, seguaci del Male, vi furono altrettanti milioni di “uomini giusti” seguaci del Bene, perfettamente consapevoli della “Differenza”.

E’ da questa limpida sicurezza morale che sono nati tutti gli articoli della nostra Costituzione.

Mio padre mi narra spesso di un vibrante e commovente “Discorso sulla Costituzione”, che un grandissimo giurista fiorentino, Piero Calamandrei, pronunciò nel 1955, a Milano, dinanzi ad un pubblico formato da studenti universitari. Il suo discorso fu registrato e pubblicato poi su un disco dalla Fonit-Cetra (oggi, quel disco, chissà perché, è introvabile). Mio padre aveva avuto occasione di ascoltarlo a scuola, proposto da un suo insegnante di Storia ed Educazione Civica.

Ebbene, c’è un passo conclusivo, veramente emozionante, di quel discorso, che mio padre cita sempre a memoria, con una commozione così intensa ed irradiante, che anche io, ormai, non posso ricordarlo senza sentirmi salire le lacrime agli occhi. E non so descrivere l’immensa gioia che ho provato quando ho visto che quel passaggio si trova oggi, finalmente, su youtube, proposto dalla viva voce di Calamandrei!

“Dietro ad ogni articolo di questa Costituzione, voi dovete vedere giovani come voi, caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti nelle strade di Milano, nelle strade di Firenze, che hanno dato la vita perchè la Libertà e la Giustizia potessero essere scritte su questa Carta. Quindi, quando vi ho detto che questa è una Carta morta : no! Non è una Carta morta. Questo è un Testamento! Un testamento di 100.000 morti!

Se voi volete andare in pellegrinaggio dove è nata la nostra Costituzione, andate sulle montagne dove caddero i Partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la Libertà e la Dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perchè lì è nata la nostra Costituzione!”

Che meraviglioso lascito ereditario per le nuove generazioni di giovani d’oggi!

Purchè i giovani non vengano traditi da adulti che hanno smarrito, o rischiano di smarrire la memoria dei confini netti ed invalicabili del Bene e del Male, nella melma di un presente senza speranza : perchè oggi, noi adulti, con i nostri scenari di squallida corruzione,corriamo il rischio di distruggere ogni ideale nei nostri giovani. Facciamo di tutto per renderli indifferenti, cinici, individualisti, materialisti e soprattutto aggressivi contro una Società che li delude continuamente, rendendo il loro futuro incerto e precario, quasi come se si stesse regredendo nuovamente verso l’antico stato dell’ “homo homini lupus”. Poi, magari, dopo aver provocato questi gravissimi danni nella loro coscienza, li accusiamo di “avere smarrito il senso del dovere”, quando noi, che dovremmo essere i loro “educatori”, per primi non ne riconosciamo più il valore.

Ai giovani che crescono, che hanno fame di “Maestri” che li aiutino a costruire un senso alla Vita, noi non possiamo né dobbiamo offrire soltanto volti senili o invecchiati prima del tempo. Volti ipocriti e raggrinziti come prugne secche, ormai dimentiche dell’albero che ha dato loro la vita e che le generò un tempo, in un tripudio di fiori stupendi, per poi trasformarli in frutti colmi di benefica energia!

Siamo ancora in tempo a non vanificare quella eroica eredità che altri giovani eroi coraggiosi ci hanno lasciato, a prezzo di inenarrabili sacrifici. Dobbiamo imparare nuovamente a cogliere la “Differenza” che un tempo demarcò nettamente il Bene dal Male.

Il 25 Aprile è giorno di memoria. E’ una preziosa occasione per riconquistare il senso della nostra storia e del Passato da trasmettere ai nostri figli.

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