Cari lettori, voglio augurare a tutti che questa Pasqua possa costituire una preziosa occasione per riflettere approfonditamente dentro ciascuno di noi.
Quest’anno si respira una diffusa atmosfera di tristezza, sulla quale pesa non soltanto la drammatica situazione economica, ma anche e soprattutto una grave crisi di valori che sta sempre più sottilmente avvelenando le coscienze. L’intreccio dei linguaggi e degli scambi interpersonali, a tutti i livelli, ne é la più evidente testimonianza.
Concetti un tempo preziosi come la gentilezza, la cortesia, il rispetto dell’altro da me, la premurosità, l’ascolto e quant’altro, appaiono oggi decisamente obsoleti, a favore di squallide volgarità, caratterizzate da lessici da osterie di infimo ordine, nel contesto di un clima di aggressività verbale e materiale, degna dei “bestioni tutto stupore e ferocia” di cui parlava Giovan Battista Vico, descrivendo i primordi dell’umanità non ancora civilizzata.
E il disagio diviene sempre più pesante quando osserviamo l’uso di siffatti linguaggi proprio in quei luoghi che dovrebbero essere maggiormente deputati a fare da esempio di civiltà, quali le sedi politiche, il Parlamento, la Scuola e tutti i luoghi istituzionali dove si gestisce la vita pubblica e si tutelano i diritti e la dignità dei cittadini.
Se la Pasqua deve essere veramente un’occasione di rinascita, ebbene, cari amici, riflettiamo sul grave rischio di degrado che ci incalza, e non perdiamo mai la speranza di poter portare un contributo personale di amore e di attenzione verso tutti coloro che ci circondano.
Una Pasqua serena e colma di letizia per tutti, ed in particolare per coloro che mi seguono ed apprezzano il mio quotidiano lavoro.