La Comunione. Una risposta alla solitudine.

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Oggi, mia figlia Ludovica si trova a vivere un’esperienza meravigliosa che anche io ho vissuto in questa stessa Chiesa, nel lontano 1978. Un’esperienza che mi è rimasta scolpita profondamente nel cuore per il vibrante senso di rinnovamento interiore che provai inaspettatamente dopo avere assunto la Sacra Ostia.

Un semplice gesto, una piccola scintilla, che subito provocò dentro di me una immensa sensazione di calore, di accoglienza, di sicurezza, di pienezza che mai avevo provato prima di allora.

Se dovessi racchiudere in un’unica espressione quel palpitante susseguirsi di sentimenti che mi avvolse, come in una luce abbagliante, in quel lontano Giugno di 34 anni fa, posso senz’altro dire che da quel momento in poi io non mi sentii più sola.

Non ero più un frammento di pulviscolo cosmico, casuale e indifeso, gettato nella vertigine dell’Infinito, ma Qualcuno, che era entrato in me come un meraviglioso, sorridente invito a sperare, mi aveva sottratto al caso, mi aveva dato un significato, si era compiaciuto di me, mi aveva eletta fra i Suoi amici, mi aveva incluso in un Suo imprerscrutabile progetto di vita.

Se oggi io provo a volgermi indietro nel tempo, tutto il mio percorso esistenziale, dalle mie scelte affettive, al mio matrimonio, dalla mia maternità, alla mia attività professionale ai miei studi, al mio insaziabile e sempre inestinguibile desiderio di sapere : tutto mi appare pieno di significato, e tutto ha origine da quel magico momento di Comunione col Divino, da quella Eucaristia, che, come detta il verbo greco “eucaristo”, rimarrà sempre per me un vero “rendimento di grazie”.

Se la mia vita adesso ha un senso, io vorrei che anche mia figlia potesse oggi vivere quegli stessi attimi decisivi che cambiarono la mia esistenza. L’amore che ci lega profondamente, e le stupende affinità che ci tengono unite, mi fanno sperare che anche Ludovica avvertirà il potente richiamo a rinascere in Cristo e con Cristo nella prima Comunione. Un evento di grande portata per il suo futuro di bambina, di adolescente e poi di donna, che io le auguro con tutto l’entusiasmo, l’orgoglio e lo sguardo commosso di madre.

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