Un’amica recentemente mi ha proposto un interessante quesito che mi ha fatto riflettere per la sua particolare attualità. “Per ogni bambino la propria famiglia e’ il primo mondo sociale e relazionale nel quale cresce, si sviluppa e vive! Per voi cosa e’ la famiglia? E cosa vuole dire fare famiglia?”
Sicuramente la famiglia è il primo luogo di accoglienza e la prima “finestra sul mondo” che il bambino sperimenta. Dalla qualità di questa esperienza primaria dipende in buona parte il rapporto che il bambino stabilirà con se stesso con la realtà circostante.
Un’accoglienza amorevole costituirà la base dell’autostima ; un’atmosfera familiare serena faciliterà l’acquisizione di una visione della vita equilibrata e aperta alla solidarietà sociale. Ovviamente non esisterà mai una famiglia ideale, da “mulino bianco” per intendersi, dove la vita, fin dal primo mattino, scorre armoniosa, sorridente e felice, fra biscotti, merendine e dolcetti vari. Esisterà soltanto una realtà familiare formata da genitori e figli che si relazionano fra loro, all’insegna dell’amore e della reciproca dedizione, oppure all’insegna della freddezza e del gelido egoismo, oppure, ancora, all’insegna di un formalismo distaccato e ipocrita.
Quest’ultima “atmosfera” spesso è la più diffusa, quando i genitori si fanno “erogatori di servizi”, ritenendo di avere esaurito il loro compito educativo offrendo solo benessere pratico ai figli.
Ma i figli – è giusto dirlo – non hanno bisogno “di solo pane”, ma soprattutto di amore ; di un amore che deve essere testimoniato e non mantenuto soltanto fra le righe di un comodo disimpegno.
L’amore sempre più spesso è il “grande assente” nel tessuto delle relazioni familiari della nostra epoca, ricca di frastuoni pubblicitari, che offrono facili scappatoie e illusori surrogati alla mancanza d’amore, mediante il culto dei prodotti “firmati” da offrire ai figli come squallida compensazione della mancanza di dialogo e di calore affettivo. Costruire una famiglia che abbia senso, oggi, non può che cominciare dall’amore, come primo movente e come fine di ogni realtà familiare.
La mancanza d’amore rischia di creare figli disorientati, ingrati ed egoisti, o, quanto meno, poco sensibili ai richiami della solidarietà sociale. Un clima d’amore, invece, sarà sempre un invito alla reciprocità dei più nobili sentimenti che favoriscono il progresso della società umana, oltre che garantire la solidità della famiglia.