Cronaca di consueta disumanità

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Oggi ho deciso di scrivere queste righe sconvolta e distrutta nei miei più profondi valori.

Una mia amica mi ha inviato un video tremendamente terribile, nel quale alcuni balordi maledetti, probabilmente cecoslovacchi a giudicare dalle didascalie, davano fuoco ad un povero canino, dopo averlo cosparso di benzina, filmando con un sadismo senza limiti tutta la scena.

Sinceramente dirò che ho pianto, veramente a dirotto. Non è possibile che si possa raggiungere questi livelli di ferocia, che relegano l’essere umano al di sotto delle bestie più immonde. Io sono sensibilissima verso gli animali.

Amo profondamente la Vita e tutto ciò che la rispetta, la esalta, la abbellisce e la valorizza. Del regno animale, ovviamente, fa parte anche l’uomo, e non sono una di quelle persone che antepongono i cani e altri animali all’uomo.

Ma tutto ciò che offende la vita, ferisce e strappa indelebilmente una parte essenziale di me : dalle stragi che quotidianamente gli uomini compiono, hanno compiuto e continueranno a compiere contro altri uomini, alle stragi inutili contro poveri animali indifesi.

Già al telegiornale delle ore 20 avevo visto, stasera, gruppi di uomini delle cosidette “forze dell’ordine”, che in Egitto, al Cairo, manganellavano selvaggiamente e prendevano a calci e pugni una povera donna, circondandola in 10-15, tutti impegnati a pestarla con furia bestiale, solo perchè era una dimostrante inerme che chiedeva più democrazia : e già questa scena mi aveva fatto passare la voglia di cenare. Poi, il video del canino mi ha dato il colpo di grazia.

Tempo fa ho scritto in questa sede un articolo intitolato “Risposte esistenziali”, nel quale ammiravo, rimanendone intensamente coinvolta, la profondissima dignità umana con la quale il grande psicologo Victor Frankl aveva mantenuto saldamente il possesso della propria identità e interiorità durante la sua terribile esperienza di internato nei lager, specialmente ad Auschwitz, resistendo strenuamente alla furia bestiale dei propri aguzzini e allo sterminio di tutta la sua famiglia.

Ebbene, ho sentito l’irresistibile bisogno di rileggere quelle pagine per convincermi nuovamente di come la vita sia ancora degna d’essere ammirata e vissuta.

Forse, piangere per un cane può sembrare spropositato. Ma in quel tremendo e allucinante video c’era anche l’audio, e oltre alla scena bestiale, ho ascoltato anche i latrati di vero e tremendo terrore che quel piccolo cane emeteva, come un’implorazione disperata a lasciarlo vivere.

E in quei latrati ho sentito come racchiuso il dolore del mondo ; un dolore antico, remotissimo, quasi ancestrale, che per un attimo mi ha richiamato le mie antiche paure di bambina impaurita dal buio, che invocava la mamma. Mia mamma, ricordo, veniva subito a consolarmi ; ma per quel povero, piccolo cane non c’era alcuna mamma a salvarlo : era solo e inerme dinanzi alla morte assurda, per bestiale volontà altrui, come è accaduto, accade e accadrà per altri miliardi di esseri viventi, senza alcuna pietà.

In tutti noi esiste ed esisterà sempre un luogo dell’anima dove la paura di trovarsi inermi dinanzi alla morte ci attanaglia senza tregua. Penso talvolta che la violenza che le persone esprimono nel modo più assurdo, sia una specie di rito esorcistico contro questa paura. Alcuni scelgono la via dell’umile preghiera per affrontare la morte. Altri pregano con un’arma, che rivolgono contro i propri simili o contro gli animali per sentirsi onnipotenti e immortali.

La violenza è facile, ed è divenuta ormai consueta. Sembra potente e invincibile. Ma è il pianto del piccolo cane, che rimane scolpito nel cuore, ad essere infinitamente più forte.

La violenza è facile, e per questo è divenuta ormai consueta. Ma è il pianto disperato di un piccolo cane, che rimane scolpito nel cuore, ad essere infinitamente più forte, come il dolore di una povera donna pestata senza ragione da una masnada di bruti.

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