‘Il segreto della paura”

Posted on

Una cara lettrice , qualche giorno fa, mi ha inviato una lettera personale, nella quale mi descriveva un suo intenso stato di disagio interiore, caratterizzato dalla paura di essere “ipertesa”. Una paura che spesso assume caratteri ossessivi e che la porta ad eseguire frequenti controlli sulla sua situazione pressoria. Ultimamente il suo disagio sembra essersi intensificato.
Ultimamente il suo disagio sembra essersi intensificato perchè si è associato ad altre “strane” fobie (paura degli ascensori ; paura degli ingorghi stradali, ecc.), che hanno finito col farlo scivolare in uno stato di continua tensione ansiosa.
Il lettore ha concluso la sua lettera chiedendomi di dargli qualche spiegazione sulle sue paure, e, nel contempo, mi ha autorizzato a rispondere “pubblicamente” alla sua richiesta, nell’ipotesi – peraltro del tutto fondata – che le eventuali delucidazioni sull’argomento possano essere di aiuto anche ad altre persone.
Ecco come mi sono sentita di rispondere.
La paura dell’ipertensione, alla luce della abbondante letteratura sull’argomento, è abitualmente riconducibile ad un inconscio bisogno di mantenere sotto totale controllo le proprie emozioni, la propria aggressività e la propria personalità in genere, nel timore che un qualsiasi allentamento di tensione possa provocare danni irreversibili a sé ed agli altri.
Si tratta di una “paura”, o “fobia” che dir si voglia, che presenta un volto “bifronte”. Mentre da un lato, infatti, esaspera la tendenza interiore all’auto-controllo, per un altro versante si manifesta come bisogno angoscioso e angosciante di evitare tutte quelle situazioni tipiche che possano fare da “impedimento” all’esercizio di ogni forma di controllo e di “libertà di fuga” : come, ad esempio, il pericolo di rimanere chiusi nella cabina di un ascensore, o di rimanere imprigionati in un ingorgo in autostrada.
E’ opportuno osservare che tutto questo intreccio di paure ha come sfondo una visione, per dir così, “diffidente” e “persecutoria” del mondo, degli altri e della vita stessa. Chi teme continuamente di perdere il controllo di sé e delle situazioni esterne tende a considerare ogni “Altro-da-sé” come una fonte inesorabile di rischi potenzialmente “mortali”. Da qui nasce la vistosità delle reazioni fobiche dinanzi alle situazioni ostacolanti e ansiogene, che talvolta possono degenerare in veri e propri attacchi di panico.
Non c’é né ci sarà mai una ricetta specifica, ovviamente. e questo tu lo sai meglio di me amica mia! Questa paura si può superare con una maggiore fiducia in se stessi, che neutralizza il bisogno esasperato di controllare tutto accuratamente. Se ho fiducia nelle mie capacità – e parlo di capacità umane e non soltanto mentali -, posso concedermi di non avere continuamente paura di tutto, ma posso lasciarmi un po’ andare, contando sulle mie risorse personali….. Si tratta di una graduale modifica di atteggiamento o di sguardo nei confronti di se stessi.
Si tratta di un processo lento, di una conquista da realizzare giorno dopo giorno….
Uno dei primi passi da compiere è quello di cercare di non muoversi, o, almeno, muoversi il meno possibile in preda all’ansia persecutoria che dietro ogni angolo della nostra strada interiore si nascondano figure sempre pronte ad aggredirci oppure figure ambigue che ci ingannano o che non sappiamo mai quali particolari agguati stiano perpetrando contro di noi.
Questa non è assolutamente cosa facile, nè da prendersi con faciloneria.
Forse il mondo non è un terreno così irto di spine, che noi percorriamo a piedi scalzi con la paura continua di ferirci.
Ricominciamo ad accorgerci che ci sono anche fiori, erba fresca che come un soffice tappeto accoglie i nostri passi, aria balsamica che ci permette di respirare liberamente e non soltanto fetori e miasmi insopportabili che ci soffocano e avvelenano i nostri polmoni…..
Cominciamo a pensare che nel mondo non siamo semplici ospiti scomodi e tollerati a malapena dal Tutto e dagli altri, ma siamo, invece, inquilini essenziali, senza i quali il Palazzo della Natura e della Vita cadrebbe inesorabilmente in rovina se venisse a mancare il nostro contributo.
Se riusciamo a far nostro questo ordine di idee, subito le nostre paure si ridimensionano, appaiono come note stonate che ci distolgono dai nostri progetti più autentici ; inciampi che ci fanno perdere tempo dietro a pensare che le situazioni più semplici nascondano terrificanti mostruosità. Possibile, ad esempio, che il meraviglioso spettacolo di una Primavera in fiore, o della stessa Primavera botticelliana si riduca alla squallida contesa con la cabina di un ascensore qualsiasi, oppure con la paura di piccole malattie del tutto immaginarie?
Pensaci amica mia! Ma se vuoi pensarci ancora meglio, cerca una persona con la quale poter parlare di questi problemi, magari uno psicologo umanamente disponibile e competente, che ti possa aiutare a far luce adeguata sul “perchè” di queste tue paure e ti possa seguire in un percorso di rilancio e di rivalutazione di te stessa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *