Una cara amica mi pone questa domanda : “i sogni hanno ancora importanza? oppure dobbiamo lasciarli perdere se pensiamo concretamente a migliorare nel nostro percorso personale?”
Da Freud in poi non possiamo concederci di “lasciar perdere” i nostri sogni. Già gli antichi li consideravano messaggi degli Dei, se non proprio tutti, almeno alcuni : quelli di maggiore risonanza scenica ed emotiva. Dal 1900, anno in cui Freud pubblicò il suo indimenticabile saggio “L’interpretazione dei sogni”, il sogno è ormai entrato a far parte della nostra vita quotidiana, come una importantissima “porta” che si apre sulle profondità più remote della nostra personalità, svelandoci dinamiche che si svolgono al di sotto della soglia della nostra coscienza, ma che sono in grado di influenzare la nostra vita cosciente.
Chi vuole conoscere veramente se stesso, come suggeriva l’oracolo di Delfi, non può fare a meno di confrontarsi anche con i propri sogni, cogliendo il messaggio simbolico in essi contenuto, il quale, se adeguatamente interpretato, sarà sempre in grado di allargare notevolmente il campo della nostra autocoscienza.
Ovviamente il “linguaggio” dei sogni non segue le vie della logica convenzionale, ma, procedendo prevalentemente per immagini metaforiche, propone “combinazioni” talvolta strane e persino contrarie al “rigore sillogistico” cui siamo abituati nella nostra vita diurna, svelandoci l’esistenza di una “mente notturna” del tutto sconosciuta, ma spesso intensamente affascinante.
Quali siano i principali “dinamismi” che caratterizzano il linguaggio dei sogni è stato il principale oggetto della ricerca freudiana; dopo di lui, Carl Gustav Jung ha ampliato ulteriormente il campo della interpretazione dei sogni, vedendo nel mondo onirico anche le tracce di un inconscio che trascende la vita individuale, per affondare le proprie radici nella storia stessa dell’Umanità, dove sono come “codificate” tutte le immagini e le “favole mitologiche” che l’Uomo ha “da sempre” elaborato con la propria fantasia per dare un significato ai vari aspetti della Vita. Tali contenuti “arcaici”, costituiscono un patrimonio preziosissimo di esperienze, e fanno parte di un “inconscio collettivo”, cioè comune a tutta l’Umanità nella sua storia plurimillenaria, che, in ciascuno di noi, affianca l’inconscio individuale, intrecciandovisi e spesso comparendo nei sogni.